Invito alla lettura – 24 aprile 2020
Prende il via oggi la nuova rubrica “INVITO ALLA LETTURA” dell’Associazione Naturista Abruzzese che ci terrà compagnia settimanalmente, ogni venerdì, in questo periodo caratterizzato dall’impossibilità di organizzare eventi all’aperto e pubblici.
Il medesimo articolo viene riproposto anche sul gruppo soci su Facebook.
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BUONA LETTURA!
Nudi alla meta.
Ecco perché senza vestiti staremmo meglio
Di Davide Turrini – 3 agosto 2015
Uno dei padri della psicologia americana, Brian Manslow, nei suoi studi sull’autorealizzazione scrive: “Il nudismo è di per sé una sorta di terapia. I benefici per la salute includono la riduzione dello stress, la sazietà di curiosità per il corpo umano, la riduzione della porno dipendenza, un senso di integrazione di tutto il corpo e lo sviluppo di un atteggiamento sano per il sesso opposto”
Nudo è bello, ma soprattutto fa vivere meglio e più a lungo. Per non parlare, poi, di quanto giovi dormire senza pigiama, lasciando “arieggiare” ogni parte del corpo. Lo rivelano alcune ricerche scientifiche pubblicate in un articolo del sito web Elitedaily, la rivista che si definisce “la voce della generazione Y”. Secondo uno studio recente dell’American Academy of Sleep Medicine, la temperatura corporea diminuisce naturalmente come una parte del ritmo circadiano con il sonno profondo, quindi indossare pigiami tende a disturbare questo calo naturale della temperatura e, di conseguenza, ad interrompere il ciclo del sonno del vostro corpo.
Stessa sostanza, sempre senza veli, la rivela l’Università di Reading. In uno studio intitolato “Una scimmia nuda avrebbe meno parassiti”, si spiega come gli esseri umani si siano evoluti senza peli riducendo il carico di parassiti che possono trasportare malattie.
Purtroppo, però, gli abiti che indossiamo possono essere un terreno fertile per i funghi e i batteri cattivi, causando infezioni micotiche, del tratto urinario, o la putrefazione delle unghie dei piedi. La malattia di Lyme, molto diffusa negli Usa (“la più rapida a diffondersi dopo l’Aids”), si trasmette attraverso le zecche e finisce spesso sulle maglie che indossiamo, come del resto i pidocchi di mare (“Sea lice”) possono appiccicarsi nell’inguine attraverso i costumi da bagno. E ancora: le cinture e le cravatte impediscono la respirazione, i pantaloni attillati alzano la temperatura dei testicoli, riducendo numero e fertilità degli spermatozoi. Per non parlare degli studi del professor Norman Doidge sull’Alzheimer dove è stato più volte rilevato come “camminare senza scarpe è riconosciuto come un’attività del cervello antiAlzheimer, perché il contatto della pianta del piede col terreno fa crescere le connessioni neuronali rimaste inattive”.
Insomma, ce n’è di che lamentarsi e allontanarsi dal vestirsi per abbracciare una sorta di nudismo adamitico. Tra l’altro uno dei padri della psicologia americana, Brian Manslow, nei suoi studi sull’autorealizzazione scrive: “Il nudismo è di per sé una sorta di terapia. I benefici per la salute includono la riduzione dello stress, la sazietà di curiosità per il corpo umano, la riduzione della porno dipendenza, un senso di integrazione di tutto il corpo e lo sviluppo di un atteggiamento sano per il sesso opposto”. Ancora un’altra ricerca presso la University of Northern Iowa ha registrato che i nudisti hanno un’autoaccettazione del proprio corpo significativamente più alta. “C’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui gli americani hanno finito per accettare quasi ogni aspetto della condizione umana tranne quella più naturale. Abbiamo accettato armi, droga e violenza, ma rifiutiamo di accettare seni nudi e genitali in bella vista”, spiega Lauren Martin, l’autrice dell’articolo su Elitedaily. “Che cosa accadrebbe se accettassimo il nostro corpo allo stesso modo con cui abbiamo accettato tutto il resto?”, si chiede la donna. Qui interviene l’ultimo ostacolo socioculturale rispetto all’accettazione anche solo della visione di un corpo nudo: il legame tra nudità e sesso.
Secondo Matteo Westra, un professore di psicologia del Longview Community College nel Missouri, citato nel pezzo, “la nudità è un tabù in America, perché siamo stati costretti originariamente ad equiparare la nudità con la sessualità: e noi abbiamo parecchi tabù sulla sessualità”.
Per questo la conclusione del ragionamento attorno ad un possibile ritorno alla nudità sia per questioni di salute che sociali va a sollevare e togliere del tutto i vestiti di dosso alle persone: “Rendendo la nudità un ordinario dato di fatto, l’esperienza comune non la assocerebbe con la sessualità. Immaginate se gli uomini fossero desensibilizzati al corpo femminile, se non sentissero il bisogno di strappare i vestiti di una donna per soddisfare le fantasie create nelle loro menti. Immaginate se gli uomini smettessero di usare tutto il loro tempo e le loro energie nel vedere donne nude e imparassero soltanto a vivere fianco a fianco con loro”.
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