Invito alla lettura – 1 maggio 2020
Secondo appuntamento con l’iniziativa “Invito alla lettura” dell’Associazione Naturista Abruzzese.
Per questa occasione abbiamo scelto un contributo diverso dal solito.
Leggeremo alcuni versi scritti da Maris Davis dal titolo “Alla mia danzatrice Nuda”.
Maris Davis, nata a Freetown (Sierra Leone) da genitori nigeriani il 2 luglio 1974, ha affrontato una vita difficile sfociata in nove anni di schiavitù sessuale. Ora, finalmente libera, vive a Udine.
Il percorso di rinascita l’ha portata a collaborare con la Foundation for Africa come mediatrice culturale per aiutare ragazze nigeriane in difficoltà, pubblica articoli divulgativi sulla Africa e su tematiche sociali contribuendo ad informare sulle problematiche legate al contrasto della Mafia Nigeriana e dello sfruttamento delle donne africane.
Negra è la mia calda
voce d’Africa, terra
d’enigmi e frutto di ragione.
Danza per me nuda, per
la gioia del mio sorriso.
Per la bellezza che offre
allo sguardo il tuo seno
che nasconde segrete virtù.
Danza per l’aurea leggenda
di notti infinite, per i
tempi nuovi e i secolari
ritmi della nostra Africa.
Infinito trionfo di sogni e
di stelle, amante docile
alla stretta dei segreti ritmi.
Danza per la vertigine
del brivido dell’amore,
per la magia del Cuore
che il mondo esprime.
Danza nuda perché intorno
a me bruciano i miti,
si incendiano i sensi, e
solo se entrerai in me il
fuoco potrà spegnersi in
grandi esplosioni di gioia
nel cielo dei tuoi pensieri.
Danza nuda, fammi accarezzare
i tuoi seni, fammi
abbracciare le tue nudità
deve arde la fiamma verticale
dell’Amore.
Sei il viso dell’iniziato che
sacrifica la follia ai piedi
dell’albero guardiano.
Idea del Tutto. Sei voce
dell’antico all’assalto delle
chimere.
Sei il Verbo che esplode
in razzi miracolosi sulle
rive dell’oblio.
Testo liberamente tradotto da un canto tradizionale Igbo.
Gli Igbo sono un popolo originario della regione sud-orientale della Nigeria, ovvero delle regioni del Delta del Niger, Edo State, e Benin City.
Nelle culture africane a tradizione animista il seno femminile è il simbolo della fertilità. Durante le cerimonie e i riti tradizionali le ragazze e le giovani donne esibiscono molto volentieri e con orgoglio il loro seno.
L’opera si ispira all’articolo pubblicato dall’autrice che si riporta integralmente di seguito.
Dal blog di Maris Davis
(https://marisdavis.blogspot.com/2015/11/le-donne-e-la-liberta-di-mostrare-il.html)
Le donne e la libertà di mostrare il seno
Molte donne in tutta Europa, a partire da quelle islandesi, hanno aderito (e stanno aderendo) alla campagna per l’uguaglianza di genere postando foto in cui mostrano il loro seno.
FreeTheNipple è una campagna per denunciare la disparità con cui le donne vengono trattate sui social network. Gli uomini sono liberi di togliersi la maglietta e fotografarsi, senza timore di vedere la loro foto cancellata dai social. Il seno scoperto delle donne, invece, rimane ancora un tabù.
Provengo da una cultura tradizionale, quella animista dell’Africa Sub-Sahariana (Nigeria del Sud) in cui il seno simboleggia la “maternità” ovvero la “fertilità”, e mostrare il seno è assolutamente normale, le donne e le ragazze lo mostrano, spesso con orgoglio, sia nella vita privata di tutti i giorni, ma soprattutto nelle feste tradizionali.
Ammetto, tuttavia, che sempre in Africa nelle società a prevalenza islamica, le donne e le ragazze sono sempre assolutamente “coperte”, almeno in pubblico.
Tutte le società hanno i loro tabù e ciò dipende dal retroterra storico e culturale e quasi ovunque in occidente il seno femminile è un tabù perché non viene rappresentato come il simbolo della fertilità femminile e della maternità, ma viene associato alla sfera sessuale, e quindi è una “cosa” da nascondere.
Dal mio punto di vista non è semplicemente una questione di simboli, maternità o sessualità, ma è anche una questione di discriminazione di genere. Perché i maschi possono mostrare il loro petto “villoso” mentre le donne creano scandalo se mostrano le loro “tette” ?? E per di più motivo di “reprimende” severe se poi il seno nudo femminile viene mostrato nei social network ??
Il movimento “FreeTheNipple” rivendica il diritto delle donne ad avere il controllo del proprio corpo. È nato da circa un anno, ma è diventato celebre quando Adda Þóreyjardóttir Smáradóttir, una ragazza islandese di diciassette anni ha pubblicato una foto del suo seno, per promuovere una campagna femminista a scuola.
A quel punto è stata derisa dagli altri ragazzi. Un suo compagno ha pubblicato una foto a petto nudo per prenderla in giro e lei ha risposto, a sua volta, postando su Twitter l’immagine del suo seno in segno di protesta.
A causa del gesto, la ragazza è divenuta bersaglio di commenti misogini (sentimenti di avversione e di odio verso le donne). Per sostenerla, molte altre donne islandesi l’hanno imitata, in un atto di ribellione contro l’accostamento del corpo femminile al sesso.
“Per me si tratta di mostrarsi nel modo in cui si vuole. È solo una parte del corpo. I ragazzi hanno seni e capezzoli e va bene che loro li mostrino. Lo stesso dovrebbe applicarsi alle donne perché anche loro hanno seni e capezzoli”
Le foto di adesione alla campagna, pubblicate su Instagram, Facebook e Twitter, sono diventate centinaia. Anche alcune cantanti e attrici hanno partecipato, e la campagna si sta allargando a tutta l’Europa.
Quasi due anni fa, quasi per scherzo, scrissi l’articolo “Alla mia danzatrice nuda”, ispirato ad un canto della tradizione animista del popolo Igbo, in cui si esalta proprio il seno femminile in chiave di preghiera al divino “Sei il verbo dell’iniziato, idea del tutto ai piedi dell’albero guardiano”. Ricordo che all’epoca ricevetti molti commenti, alcuni ironici, altri compiacenti, ma comunque solo in pochissimi avevano capito il “vero” simbolismo di ciò che rappresenta davvero il seno femminile nella cultura tradizionale africana.
La campagna FreeTheNipple non fa altro che dire tutto ciò che anch’io ho sempre sostenuto, e quindi aderisco pienamente pubblicando proprio qui le foto con il mio seno
“Libertà alle donne di mostrare il proprio seno ovunque, anche nei Social”
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