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Ancora un appuntamento con la rubrica ANAB “Invito alla lettura.
In questo fine settimana cambiamo leggermente la modalità di presentazione dell’iniziativa. Stavolta grazie ad un video pubblicato 3 anni fa ma ancora attualissimo avremo modo di discutere di un argomento che in palestre e piscine è divenuto argomento di dibattito e spesso anche di scontro: in tali occasioni si deve indossare biancheria e costume quando ci sono bambini o si può stare svestiti? L’imbarazzo deriva solo da un tabù sociale o è legato alla malizia dell’adulto? Ne parla la Dott.ssa Marianna Berizzi, psicologa e psicoterapeuta, con alcuni consigli ai genitori per affrontare il tema della nudità.
Dott.ssa Marianna Berizzi
www.benessere.com
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Come ogni venerdì, tornano la rubrica ANAB “Invito alla lettura.
Oggi approfondiremo un argomento sempre dibattuto e oggetto di serrate prese di posizione nel mondo naturista, il rapporto tra una delle componenti del naturismo, il nudismo, e la sessualità.
Per avviare la riflessione leggeremo un articolo scritto da Maurizio Murgia il 16 giugno 2019 sulla testata “laragnatelanews.it“
Maurizio Murgia
www.laragnatelanews.it
Per coloro che praticano naturismo la parola sessualità non va associata mai al fatto di essere nudi. Ci sono anche dei regolamenti comportamentali nei campeggi e siti naturisti (sopratutto all’estero), dove bisogna avere sempre un atteggiamento tale da non indurre gli altri a sentirsi a disagio.
Facile a dirsi, per chi frequenta abitualmente tali ambiti, per gli altri, almeno inizialmente, a proprio agio è abbastanza difficile sentircisi, poi passa. La maggior parte delle persone che sono attratte da tale pratica, è più a disagio con il proprio corpo , rispetto a chi lo circonda. Questo, di fatto è una cosa che va nella giusta direzione, ma dovrebbe passare entro poco, se l’ambiente è sano. Accettarsi è più difficile che accettare il contesto che si sapeva come era.
La vita no-tessile è una filosofia, è un pensiero che può essere condiviso oppure no. Non deve essere soggetto a critiche e a facili allusioni, perché chi lo fa, ci crede e non lo vive con aspetti che vanno nella direzione della “sessualità”.
Chi pratica naturismo afferma che nella pratica dello stesso non c’è nient’altro che essere in pace con se stessi, con una grande sensazione di libertà. Non si è insomma attratte o incuriosite da chi circonda. Mi chiedo come sia possibile che non ci sia un minimo di curiosità. Devo però ammettere che un certo modo di pensare è legato alle abitudini che abbiamo, del nostro vivere quotidiano. Come quando si va nei Centri Wellness no-tessili. i primi dieci minuti sono d’imbarazzo (ma mi ripeto per se stessi) poi passa e non ci si fa quasi più caso. Personalmente ammetto che se è presente qualcosa di bello da vedere, l’occhio allenato da anni di sbirciate, cade eccome su ciò che fa parte dei desideri di una vita, però effettivamente, la cosa finisce là. Sarà che ho superato i cinquanta. Forse a vent’anni avrei avuto qualche problema in più, a meno che non fossi cresciuto in un ambiente naturista.
Queste argomentazioni sono comunque trattate da chi non è naturista. Per chi non è abituato a vivere nella nudità, tale situazione è relegata a momenti particolari. Normalmente non si va nudi (che poi se usciamo dagli schemi imposti dal nostro costume, in spiaggia c’è poco più che un triangolo sulle parti intime e altrettanto per le donne sul seno). Il costume non è che è molto esteso. Da questo possono partire due riflessioni contro e pro naturismo. Proprio perché ciò che si copre è qualcosa che deve essere anche igienicamente protetto e anche non esposto ai raggi solari – che fanno pure male, che necessità c’è di scoprire il seno e ancor più i genitali? Al contempo, proprio perché ciò che è coperto è una parte davvero piccola rispetto al corpo, sia il seno che altre zone intime non dovrebbero poi scandalizzarci tanto. Le abbiamo tutti e se riusciamo a scindere la parte attrattiva/sessuale, non c’è nulla di più che pochi centimetri di pelle…
La nostra società anche commerciale ci ha imposto di rendere ciò che abbiamo in natura, fonte di attrazione sessuale, per vendere vestiti, costumi e abbigliamento intimo e anche per ciò che è connesso al consumismo sessuale. Tutto ciò che è sexy non è altro dato da ciò che ci è stato trasmesso e inculcato nella mente. Nelle popolazioni indigene abituate ad andare nudi, la gente viveva normalmente stando uno in contatto all’altra, senza avere impulsi continui nei confronti del sesso. Insomma siamo diventati tutti più “maiali” perché si vive male il rapporto naturale con il proprio e altrui corpo. Il sesso è anche potere, è anche fonte di guadagno, è merce di scambio, tutto ciò ne ha oggettivizzato e reso ambito la conquista.
Dai un’occhiata anche all’articolo della settimana scorsa
Appuntamento stagionale extra con le Spa dell’Associazione Naturista Abruzzese. 22 aprile 2023
Che poi anche attività legate al Naturismo possono smuovere tanti soldi
C’è chi sostiene che se ci fosse una cultura più libera e “scostumata” ci sarebbero anche meno persone con tabù e/o insane morbosità rispetto al sesso. Questo potrebbe essere vissuto per quello che è: una cosa naturale e privata, non certo esposta pubblicamente. Generalmente i cosiddetti perbenisti davanti ai naturisti si scandalizzano portando la scusa che ci potrebbero essere dei bambini che vedono.
Ecco i bambini ci sono nei camping Naturisti e vivono la loro esperienza con naturalezza e senza la malizia di un adulto, tanto meno quella di un perbenista che, oltre tutto, è pure patologicamente perversa, (e spesso immagina chissà quali oscenità tra le persone nude). Per il bambino la nudità è cosa normale ed è scevra da qualsiasi idea peccaminosa.
Il movimento naturista è proprio contro tutto ciò. Libertà di essere e anche mostrarsi, non rinchiusi in schemi e allusioni, senza l’obbligo morale di stare o coprire ciò che può essere anche esposto senza malizia.
Perché quest’articolo?
Perché anche in Italia, come all’estero, il fenomeno Naturismo è in ascesa. Si stanno moltiplicando le richieste per spazi, villaggi, campeggi, residence, alberghi, spiagge e piscine, ma anche ristoranti, dove poter praticare il naturismo.
Dalle prime colonie di nudisti – rinchiusi in spazi piccoli – del secolo scorso, la voglia di stare nudi si è estesa con la rivoluzione sessuale degli anni settanta, quando aumentò la libertà. Essere nudi era comunque un tabù per la società, perché sempre legato all’idea del sesso. Nelle comunità naturiste il discorso sessuale, venne affrontato e anche forzatamente recluso, rinnegato. Il sesso è qualcosa di personale che non deve riguardare chi vive appieno il naturismo. Furono dettate delle regole, ancora valide e rispettate…
Vivere senza vestiti infatti, è solo uno degli aspetti della filosofia naturista, i cui principali elementi sono:
Naturismo: in altre parole, “un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente” ; così lo definisce l’INF – International Naturist Federation che, da più di 50 anni, riunisce sotto la sua egida tutte le principali associazioni internazionali. (A.N.ITA.= Associazione Naturista Italiana è un’associazione di promozione sociale, apartitica e senza scopo di lucro, nata nel 1966).
Per tornare ai comportamenti tra naturisti, c’è un’etichetta da rispettare che riguarda il modo di porsi, le posizioni, le distanze, ma anche l’evitare di avere atteggiamenti poco consoni, ne stare troppo vicini in pubblico.
Rimane del naturismo la filosofia, difficile a comprendere ai più, ma forse più facile a praticare…..se…se ne sente l’esigenza o la curiosità.
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Secondo appuntamento con l’iniziativa “Invito alla lettura” dell’Associazione Naturista Abruzzese.
Per questa occasione abbiamo scelto un contributo diverso dal solito.
Leggeremo alcuni versi scritti da Maris Davis dal titolo “Alla mia danzatrice Nuda”.
Maris Davis, nata a Freetown (Sierra Leone) da genitori nigeriani il 2 luglio 1974, ha affrontato una vita difficile sfociata in nove anni di schiavitù sessuale. Ora, finalmente libera, vive a Udine.
Il percorso di rinascita l’ha portata a collaborare con la Foundation for Africa come mediatrice culturale per aiutare ragazze nigeriane in difficoltà, pubblica articoli divulgativi sulla Africa e su tematiche sociali contribuendo ad informare sulle problematiche legate al contrasto della Mafia Nigeriana e dello sfruttamento delle donne africane.
L’opera si ispira all’articolo pubblicato dall’autrice che si riporta integralmente di seguito.
Molte donne in tutta Europa, a partire da quelle islandesi, hanno aderito (e stanno aderendo) alla campagna per l’uguaglianza di genere postando foto in cui mostrano il loro seno.
FreeTheNipple è una campagna per denunciare la disparità con cui le donne vengono trattate sui social network. Gli uomini sono liberi di togliersi la maglietta e fotografarsi, senza timore di vedere la loro foto cancellata dai social. Il seno scoperto delle donne, invece, rimane ancora un tabù.
Provengo da una cultura tradizionale, quella animista dell’Africa Sub-Sahariana (Nigeria del Sud) in cui il seno simboleggia la “maternità” ovvero la “fertilità”, e mostrare il seno è assolutamente normale, le donne e le ragazze lo mostrano, spesso con orgoglio, sia nella vita privata di tutti i giorni, ma soprattutto nelle feste tradizionali.
Ammetto, tuttavia, che sempre in Africa nelle società a prevalenza islamica, le donne e le ragazze sono sempre assolutamente “coperte”, almeno in pubblico.
Tutte le società hanno i loro tabù e ciò dipende dal retroterra storico e culturale e quasi ovunque in occidente il seno femminile è un tabù perché non viene rappresentato come il simbolo della fertilità femminile e della maternità, ma viene associato alla sfera sessuale, e quindi è una “cosa” da nascondere.
Dal mio punto di vista non è semplicemente una questione di simboli, maternità o sessualità, ma è anche una questione di discriminazione di genere. Perché i maschi possono mostrare il loro petto “villoso” mentre le donne creano scandalo se mostrano le loro “tette” ?? E per di più motivo di “reprimende” severe se poi il seno nudo femminile viene mostrato nei social network ??
Il movimento “FreeTheNipple” rivendica il diritto delle donne ad avere il controllo del proprio corpo. È nato da circa un anno, ma è diventato celebre quando Adda Þóreyjardóttir Smáradóttir, una ragazza islandese di diciassette anni ha pubblicato una foto del suo seno, per promuovere una campagna femminista a scuola.
A quel punto è stata derisa dagli altri ragazzi. Un suo compagno ha pubblicato una foto a petto nudo per prenderla in giro e lei ha risposto, a sua volta, postando su Twitter l’immagine del suo seno in segno di protesta.
A causa del gesto, la ragazza è divenuta bersaglio di commenti misogini (sentimenti di avversione e di odio verso le donne). Per sostenerla, molte altre donne islandesi l’hanno imitata, in un atto di ribellione contro l’accostamento del corpo femminile al sesso.
“Per me si tratta di mostrarsi nel modo in cui si vuole. È solo una parte del corpo. I ragazzi hanno seni e capezzoli e va bene che loro li mostrino. Lo stesso dovrebbe applicarsi alle donne perché anche loro hanno seni e capezzoli”
Le foto di adesione alla campagna, pubblicate su Instagram, Facebook e Twitter, sono diventate centinaia. Anche alcune cantanti e attrici hanno partecipato, e la campagna si sta allargando a tutta l’Europa.
Quasi due anni fa, quasi per scherzo, scrissi l’articolo “Alla mia danzatrice nuda”, ispirato ad un canto della tradizione animista del popolo Igbo, in cui si esalta proprio il seno femminile in chiave di preghiera al divino “Sei il verbo dell’iniziato, idea del tutto ai piedi dell’albero guardiano”. Ricordo che all’epoca ricevetti molti commenti, alcuni ironici, altri compiacenti, ma comunque solo in pochissimi avevano capito il “vero” simbolismo di ciò che rappresenta davvero il seno femminile nella cultura tradizionale africana.
La campagna FreeTheNipple non fa altro che dire tutto ciò che anch’io ho sempre sostenuto, e quindi aderisco pienamente pubblicando proprio qui le foto con il mio seno
“Libertà alle donne di mostrare il proprio seno ovunque, anche nei Social”
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Prende il via oggi la nuova rubrica “INVITO ALLA LETTURA” dell’Associazione Naturista Abruzzese che ci terrà compagnia settimanalmente, ogni venerdì, in questo periodo caratterizzato dall’impossibilità di organizzare eventi all’aperto e pubblici.
Il medesimo articolo viene riproposto anche sul gruppo soci su Facebook.
Tutti i visitatori sono caldamente invitati a commentare i nostri articoli e a proporne di nuovi per le prossime settimane.
BUONA LETTURA!
Di Davide Turrini – 3 agosto 2015
Nudo è bello, ma soprattutto fa vivere meglio e più a lungo. Per non parlare, poi, di quanto giovi dormire senza pigiama, lasciando “arieggiare” ogni parte del corpo. Lo rivelano alcune ricerche scientifiche pubblicate in un articolo del sito web Elitedaily, la rivista che si definisce “la voce della generazione Y”. Secondo uno studio recente dell’American Academy of Sleep Medicine, la temperatura corporea diminuisce naturalmente come una parte del ritmo circadiano con il sonno profondo, quindi indossare pigiami tende a disturbare questo calo naturale della temperatura e, di conseguenza, ad interrompere il ciclo del sonno del vostro corpo.
Stessa sostanza, sempre senza veli, la rivela l’Università di Reading. In uno studio intitolato “Una scimmia nuda avrebbe meno parassiti”, si spiega come gli esseri umani si siano evoluti senza peli riducendo il carico di parassiti che possono trasportare malattie.
Purtroppo, però, gli abiti che indossiamo possono essere un terreno fertile per i funghi e i batteri cattivi, causando infezioni micotiche, del tratto urinario, o la putrefazione delle unghie dei piedi. La malattia di Lyme, molto diffusa negli Usa (“la più rapida a diffondersi dopo l’Aids”), si trasmette attraverso le zecche e finisce spesso sulle maglie che indossiamo, come del resto i pidocchi di mare (“Sea lice”) possono appiccicarsi nell’inguine attraverso i costumi da bagno. E ancora: le cinture e le cravatte impediscono la respirazione, i pantaloni attillati alzano la temperatura dei testicoli, riducendo numero e fertilità degli spermatozoi. Per non parlare degli studi del professor Norman Doidge sull’Alzheimer dove è stato più volte rilevato come “camminare senza scarpe è riconosciuto come un’attività del cervello antiAlzheimer, perché il contatto della pianta del piede col terreno fa crescere le connessioni neuronali rimaste inattive”.
Insomma, ce n’è di che lamentarsi e allontanarsi dal vestirsi per abbracciare una sorta di nudismo adamitico. Tra l’altro uno dei padri della psicologia americana, Brian Manslow, nei suoi studi sull’autorealizzazione scrive: “Il nudismo è di per sé una sorta di terapia. I benefici per la salute includono la riduzione dello stress, la sazietà di curiosità per il corpo umano, la riduzione della porno dipendenza, un senso di integrazione di tutto il corpo e lo sviluppo di un atteggiamento sano per il sesso opposto”. Ancora un’altra ricerca presso la University of Northern Iowa ha registrato che i nudisti hanno un’autoaccettazione del proprio corpo significativamente più alta. “C’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui gli americani hanno finito per accettare quasi ogni aspetto della condizione umana tranne quella più naturale. Abbiamo accettato armi, droga e violenza, ma rifiutiamo di accettare seni nudi e genitali in bella vista”, spiega Lauren Martin, l’autrice dell’articolo su Elitedaily. “Che cosa accadrebbe se accettassimo il nostro corpo allo stesso modo con cui abbiamo accettato tutto il resto?”, si chiede la donna. Qui interviene l’ultimo ostacolo socioculturale rispetto all’accettazione anche solo della visione di un corpo nudo: il legame tra nudità e sesso.
Secondo Matteo Westra, un professore di psicologia del Longview Community College nel Missouri, citato nel pezzo, “la nudità è un tabù in America, perché siamo stati costretti originariamente ad equiparare la nudità con la sessualità: e noi abbiamo parecchi tabù sulla sessualità”.
Per questo la conclusione del ragionamento attorno ad un possibile ritorno alla nudità sia per questioni di salute che sociali va a sollevare e togliere del tutto i vestiti di dosso alle persone: “Rendendo la nudità un ordinario dato di fatto, l’esperienza comune non la assocerebbe con la sessualità. Immaginate se gli uomini fossero desensibilizzati al corpo femminile, se non sentissero il bisogno di strappare i vestiti di una donna per soddisfare le fantasie create nelle loro menti. Immaginate se gli uomini smettessero di usare tutto il loro tempo e le loro energie nel vedere donne nude e imparassero soltanto a vivere fianco a fianco con loro”.
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IN SEGUITO ALLA GRAVE SITUAZIONE SANITARIA CHE ORMAI HA COLPITO L’INTERA EUROPA, TUTTE LE ATTIVITA’ ASSOCIATIVE SONO SOSPESE FINO AL TERMINE DEI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI MIRATI AL CONTENIMENTO DEI CONTAGI DAL VIRUS SARS-COV-2.
UN AUGURIO A TUTTI NOI DI SUPERARE LA DIFFICILE SITUAZIONE IN PIENA SALUTE!