Di seguito la nostra replica, pubblicata da Abruzzoweb, in risposta ad un articolo uscito sulla medesima testata domenica 29 giugno 2014.
Sono trascorsi dieci giorni dall’inaugurazione della prima spiaggia naturista d’Abruzzo e, dalle opinioni di chi l’ha frequentata nell’ultimo fine settimana, è già un successo di presenze e di gradimento.
L’Associazione Naturista Abruzzese però, proprio domenica scorsa, in un articolo su questa testata, si è sentita chiamare in causa relativamente ad alcune opinioni, tra il serio e lo scherzoso, di imprenditori, amministratori e cittadini di Torino di Sangro.
Al riguardo, nel pieno rispetto degli altrui convincimenti e coerentemente con la nostra politica di non sottrarsi mai ad un sano dialogo e proficuo confronto, è nostra intenzione quella di chiarire i dubbi che ancora qualcuno nutre e fornire alcuni dati di fatto che ci sembrano fondamentali per meglio comprendere il grande passo in avanti appena compiuto da codesto Comune.
In ordine:
1. Le opinioni personali dei sig. Bocchini e del consigliere Di Fonso sono legittime, anche se gli stessi si trovano in un evidente conflitto di interesse economico in qualità di gestori e/o titolari di vicini stabilimenti balneari e le loro opinioni potrebbero essere influenzate da tale evenienza. Tuttavia ci sentiamo in tutta onestà di tranquillizzarli. I naturisti e i nudisti non amano le schiere allineate di ombrelloni monocolori e, con o senza la spiaggia, nelle loro attività commerciali non ci verrebbero;
2. L’Associazione Naturista Abruzzese ha notificato la richiesta di istituzione della spiaggia nei primi giorni di marzo 2014; contemporaneamente ha pubblicato un comunicato stampa che è stato ripreso da numerose testate regionali e nazionali e nelle quali era stato chiaramente citato il Comune di Torino di Sangro ed il tratto di spiaggia richiesto. Altri articoli sono apparsi sulla stampa nel corso dei 90 giorni di durata della procedura. Tutti i cittadini ed ancor più i consiglieri comunali erano perfettamente a conoscenza della richiesta e appare difficile credere che la decisione sia avvenuta all’improvviso o alla chetichella. Semmai l’atto è stato deliberato in giunta per recuperare il tempo perso nelle valutazioni, considerato che il termine per il rispetto della legge scadeva proprio in quei giorni;
3. Come giustamente afferma il sindaco si è inteso regolamentare una situazione di fatto che indipendentemente dalla delibera esiste da decenni e rappresenta una forma di domanda di fruizione del bene pubblico che non è possibile ignorare. Si approfitta dell’occasione per ricordare che anche quando si è provato a reprimere il nudismo in quella spiaggia la magistratura ne ha sancito la piena liceità. Pertanto il provvedimento comunale non ha alterato la realtà di fatto già esistente ma ne ha solo preso atto. E’ come quando lo struzzo estrae la testa dal terreno; il mondo attorno a lui non cambia, succede solo che lui lo vede e ne prende atto;
4. Può darsi che la giunta non abbia pensato al ritorno economico dell’iniziativa, ma sta di fatto che quel ritorno c’è già. Il Camping Sangro, l’unica struttura del territorio che sta attualmente sfruttando questa opportunità, in pochissimi giorni ha visto lievitare notevolmente le prenotazioni di turisti naturisti, italiani e stranieri. Ci sono già voci che si rincorrono di un’estensione dell’apertura anche in settembre per venire incontro al turismo estero, normalmente più propenso ad estendere i periodi di vacanza nei mesi in cui gli italiani sono meno presenti. Ora sta a tutti gli altri cogliere i frutti del seme germogliato;
5. Infine una valutazione di tipo sociale: i cittadini di Torino di Sangro, naturisti o no, dovrebbero essere fieri di vivere in un Comune in cui i loro rappresentanti anche se non praticano naturismo come hanno ripetuto più volte, si sono dimostrati in grado di comprendere la situazione e di prendere una decisione saggia, che tutela tutti, gestendo al meglio un fenomeno che ormai da più parti, anche istituzionalmente (vedasi le leggi regionale Abruzzo, Veneto, Emilia-Romagna ed il recente DDL in Parlamento), viene ritenuto sano, benefico e naturale. In uno Stato civile le istituzioni devono essere in grado di rispettare tutte le minoranze, anche quelle che professano idee diverse dalle loro ed è proprio quello che è successo a Torino di Sangro. 150 metri su 126 km di costa disponibile sono poca cosa ma rappresentano il segnale della nascita di un sentimento di rispetto e tolleranza e chi vive in quel Comune non può che esserne fiero.
I Responsabili dell’Associazione Naturista Abruzzese
Stefano Daniele
Andrea Mirabilio