In un’inedita coalizione di forze, il 14 luglio scorso le principali e più rappresentative associazioni del mondo naturista italiano, unitamente alla federazione che le rappresenta, coordinate dal sottoscritto, hanno congiuntamente inviato una sollecitazione al Ministro della Giustizia, On. Andrea Orlando, allo scopo di ottenere da questi una risposta sulla problematica emersa in occasione della pubblicazione del decreto legislativo 8/2016 con il quale sono stati depenalizzati e trasformati in illeciti amministrativi una serie di reati considerati di minor allarme sociale.
Tra le fattispecie depenalizzate previste nel codice penale vi è quella degli atti contrari alla pubblica decenza (art. 726 c.p.) che, per diversi anni, è stato utilizzato per sanzionare la pratica del Naturismo. In merito all’applicazione di tale articolo del codice penale alla pratica del naturismo, però, la sentenza della Corte di Cassazione n.3557 del 2000 ha chiarito che la condotta non costituisce violazione al verificarsi di condizioni specifiche (luoghi riservati al naturismo o abitualmente utilizzata a tale scopo).
Ora, con la trasformazione della condotta in illecito amministrativo, la sanzione, considerevolmente incrementata, viene comminata dall’autorità prefettizia in un procedimento amministrativo caratterizzato da minori garanzie di difesa e da una possibile minor conoscenza di tale autorità della abbondante giurisprudenza che nel frattempo ha visto quasi azzerate le condanne ai naturisti.
Sul tema gli onorevoli Luigi Lacquaniti, Gessica Rostellato e Adriano Zan hanno presentato al Ministro un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, chiedendo se il Ministro “non ritenga che a seguito dell’applicazione del decreto legislativo n.8/2016 di depenalizzazione di alcuni reati non si sortisca il risultato del tutto paradossale di raggiungere l’effetto contrario alla depenalizzazione, e cioè di abbandonare una giurisprudenza comunemente applicata oramai favorevole alla cultura naturista, ritornando a sanzionare gravemente pratiche oggi riconosciute come lecite, diffuse e da sostenere, anche per il considerevole indotto economico turistico in grado di apportare al Paese, e quali iniziative di sua competenza intenda intraprendere per chiarire le modalità e modularità di applicazione delle sanzioni economiche, riferite agli atti contrari alla pubblica decenza, in maniera da non colpire indebitamente i praticanti il Naturismo.
Alla luce di tutto ciò la soluzione alla questione posta diviene impellente: chiediamo al Ministro della Giustizia di intervenire urgentemente chiarendo le modalità di applicazione delle sanzioni economiche riferite agli atti contrari alla pubblica decenza, in maniera da non colpire indebitamente i praticanti il Naturismo, pratica legittima se praticata in luoghi adatti e in zone pacificamente a ciò dedicate.
A questo link il testo della lettera.
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