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Due giorni in barca a vela naturista per la laguna con Kapt.Kris e A. sono bastati per godere appieno la dolcezza della laguna di Venezia.

 

Salpati dal porticciolo dove Cristina ci attendeva, con già negli occhi e nel cuore lo stupore di Piazza San Marco, abbiamo costeggiato il Lido in tutta la sua lunghezza per uscire in mare aperto. 

 

Subito i lavori del Mose sono apparsi in tutta la loro imponenza…Erano i giorni dello scandalo: i quotidiani tutti titolavano in prima pagina, ma nelle tre bocche di porto i lavori fervevano…

 

La giornata calda e poco ventilata ci invitava spesso ad un tuffo (naturalmente nudi in quanto i costumi erano scivolati via quasi subito),  nelle acque piacevolmente tiepide; così fra un calice di Franciacorta ghiacciato e l’altro, accompagnati da ciliege ed albicocche dolcissime, abbiamo calato l’ancora per la notte appena fuori da un canale nella laguna sud, dalle parti di Chioggia.

Il fondale era basso, l’ancoraggio sicuro e l’acqua color perla.

Il tramonto ha tinto la laguna di rosso, poi il crepuscolo ha riportato i blu con mille toni di viola.

Il silenzio intorno era grande, rotto solamente dal periodico transitare dei vaporetti che riportavano veneziani e chioggiotti alle loro case e di qualche motoscafo.

Cena sotto un manto di stelle, interessante la conversazione con i nuovi amici che sembrava di conoscere da sempre, lontani e dimenticati i problemi, lenti e pacati i pensieri, tante le emozioni.

Ci siamo addormentati nelle nostre cabine cullati dal dondolio appena accennato delle acque.

 

La mattina sveglia presto (ahimè non sufficientemente presto per vedere l’alba), colazione e partenza.

Intorno capanni su palafitte e casoni da pesca…paesini sorti su strisce di terra lunghe ed incredibilmente sottili, tanto da vedere il mare al di là della prima fila di case…

E poi biciclette, rare macchine, colori pastello, silenzio, silenzio, silenzio…solo a volte qualche rintocco di campane.

Quando si è levata la brezza, il nostro capitano ha issato le vele…Ed è allora che lo sciacquio del mare mi è sembrato un canto di sirena ed ho pensato all’eroe di Omero ed alle sue avventure ed al suo infinito peregrinare sulle onde…

 

Il tempo è volato…era ora di rientrare in porto, non senza prima aver fatto una sosta alla..fossa delle Marianne..dove il fondo del mare all’interno della laguna si inabissa improvvisamente fino a una cinquantina di metri.

Già in vista del porto, l’ultima emozione di vederci sfiorare da una immensa nave da crociera partita da Venezia.

 

Grazie Kapt. Kris, grazie A. ed alla prossima sul Cristina, naturalmente nudi…..

 

Ornella e Piero  

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