ALIMENTAZIONE NATURISTA: ATTENTA ALL’AMBIENTE
Sicuramente alla maggior parte delle persone sfugge il fatto che nella nostra alimentazione c’è un forte impatto sull’ambiente. Mangiare consapevole aiuta a ridurre le emissioni di gas, mentre con lo stile di vita e di consumo che abbiamo, stiamo mettendo a rischio l’ambiente. Il settore alimentare contribuisce alle emissioni di ossido di carbonio nell’aria perché dalla terra del contadino il viaggio dei prodotti alimentari è lungo, a volte lunghissimo, sia in termini di distanze che di tempo. La trasformazione, la conservazione, il marketing, il trasporto, l’imballaggio, sono cosi impattanti che portano l’alimentazione umana a contribuire alle emissioni di gas serra per circa il 30% delle emissioni totali. Secondo la FAO, sarebbe sufficiente che nei paesi occidentali ci si privasse di un bistecca a settimana per liberare una quantità di cereali sufficiente per nutrire gli abitanti dell’intero pianeta. L’eccessivo utilizzo della carne oltre che ad avere effetti nocivi sulla salute, li ha anche sull’ambiente. La produzione di carne rappresenta il 9% del totale delle emissioni di CO2 del pianeta e il 18% dei gas a effetto serra. Inoltre l’allevamento è causa di degradazione del pianeta, deforestazione, desertificazione.
Per ogni chilo di carne bovina si consumano 10 kg di cereali, per ogni chilo di carne di maiale 5 kg di cereali, senza tenere conto del consumo d’acqua. Neanche il pesce se la cava bene, complice gli allevamenti intensivi nel sud est asiatico in particolare di gamberi, cha ha distrutto la barriera corallina e le foreste di mongrovie sul mare e trasformato i contadini coltivatori di cereali in allevatori di pesce. Inoltre il trasporto incide moltissimo sul prodotto nelle emissioni di CO2. Per esempio sulla frutta e la verdura, visto che in Italia abbiamo la consuetudine di importare verdura da ogni dove, come le carote dall’Africa del Sud, ananas dal Ghana, frutti di bosco dal Cile, pomodori dalle Canarie e dall’Olanda (!), per fare degli esempi. Si è calcolato che per ogni kg di Ananas si emettono un quantitativo pari a 5 kg di emissioni di CO2. Acquistiamo anche molta frutta come fragole, peperoni, pomodori che arrivano da Almeria in Spagna dove a causa dell’agricoltura intensiva, la zona e a rischio desertificazione.
L’acqua è la risorsa primaria e viene utilizzata sia per produrre alimenti che per produrre bevande. Ci vogliono da 4 a 10 litri d’acqua per produrre un litro di birra, da 3 a 9 litri per un litro di Coca Cola, per un litro di soda ci vogliono cinque litri d’acqua. Il succo di frutta ha provenienze diverse, ma un dato su tutti: il Brasile consuma 100 litri di petrolio per produrre una tonnellata di succo d’arancia. I succhi di frutta concentrati, disperdono acqua; prima tolgono acqua per concentrarli e poi li reidratano. L’acqua minerale invece è responsabile del maggior inquinamento da plastica di terra, fiumi, laghi e mare. Perché non impariamo a bere acqua del rubinetto? Un comportamento naturista insegna a consumare prodotti di stagione; frutta e verdura di stagione, acquistando prodotti che si coltivano nella nostra zona e in mancanza il più vicino possibile. Insegna a frequentare di più i mercati dei contadini o i piccoli negozi di biologico, riciclare quanto più possibile i contenitori, bere acqua del rubinetto. Infine se non mangiamo l’ananas di certo non moriremo, e le terre dove viene coltivato smetteranno di essere preda delle multinazionali, di rischiare la distruzione della loro biodiversità e le popolazioni di essere sfruttate in modo disumano. La ricchezza portata da colture intensive è sempre per pochi, pochissimi; mai per la gente locale. Da sole queste poche cose possono aiutarci a ridurre l’impatto sull’ambiente e muovere l’economia locale; diventare cioè un po’ più naturisti.
CONSUMI: ASPETTO ETICO
In un mondo dove pochi possono esercitare il Diritto Naturale alla caccia, alla pesca ed alla coltivazione per uso diretto, non possiamo non tenere conto che ogni nostra azione quotidiana si trasforma in consumi. Ogni nostro consumo, proprio perché non si attua nell’utilizzo di risorse strettamente locali auto-rigeneranti, diventa impattante per la natura, la terra e gli altri esseri viventi. Dato per scontato, quindi, che una volta che ci siamo fatti l’orto, abbiamo tagliato la legna del bosco rispettando le quantità di riproduzione, abbiamo catturato la selvaggina a disposizione e allevato 4 galline, tutto il resto dei nostri consumi è impattante (produzione, energia usata, imballaggi, trasporti ed infine rifiuti). Risulta quindi importantissimo esercitare l’unico diritto che ci resta: il voto a mezzo acquisti. Se compriamo all’Esselunga votiamo Caprotti e il suo libro demenziale “Falce e Carrello”; se compriamo alla COOP votiamo il sistema cooperativistico, spesso assistenzialista; se compriamo nei mass-market votiamo lo sfruttamento dei dipendenti a basso stipendio. Un bel dilemma dunque. Non esisterà qualcosa di veramente alternativo alle aziende, che in un modo o nell’altro, indossando gli abiti del lupo o della pecorella smarrita, stanno però di fatto alle regole del sistema capitalistico? A dire il vero esiste, anche se in Italia sono realtà molto marginali. Ma perché dunque non smettere di votare sempre per i soliti (ig)noti e iniziare a votare per realtà che vogliono farsi conoscere? Anzi, che si fanno conoscere di persona, che se vuoi puoi andarli a trovare, e che se non puoi andare a trovarli puoi sapere di loro tutto: i dettagli del loro progetto di vita, di produzione, di comunità, di filosofia. Il consiglio preciso è quindi il seguente: sposta almeno il 30% mensile dei tuoi consumi verso realtà etiche Italiane. Ribadiamo: Italiane. Il modo migliore per aiutare l’Africa o il Sud America è diminuire il nostro impatto sull’ambiente e cioè diminuire i consumi (trasporti, energia, servizi, prodotti esteri) dato che ogni prodotto ruba da loro le materie prime necessarie; nessun “missionario esterofilo” o “consumatore esterofilo” è necessario allo scopo di riequilibrare il divario di benessere a disposizione tra nord e sud del mondo. Anzi la salvezza del sud inizia nel momento in cui il nord smette di prosciugare tutte le riserve e le materie prime per poi lavarsi la coscienza spedendo soldi o cibi scaduti (altri nostri rifiuti) con missioni umanitarie improponibili; inutili perché insegnano alle popolazioni tutto il peggio dell’occidente. E’ meglio acquistare presso importatori del mercato equosolidale estero solo quanto non è producibile in Italia, come cacao, caffè, zucchero di canna, per fare degli esempi. Ma se esiste l’alternativa italiana, o ancora meglio locale, è nettamente da preferire.
REALTA’ ETICHE IN ITALIA: DOVE COMPRARE?
Negli ultimi anni stanno nascendo aziende naturali e/o biologiche che producono in Italia e vendono direttamente senza intermediari e che hanno come plus imprescindibile la realizzazione, nei loro obiettivi, di significativi progetti, garantiti dal Coordinamento Nazionale delle Associazioni e Comunità di Ricerca Etica, Interiore e Spirituale, sono realtà che sostengono progetti etici, spirituali, sociali, originali e alternativi. Puoi contribuire a farle crescere destinando i tuoi acquisti a loro invece che alle multinazionali ed ai commercianti spregiudicati. Prendi il tuo biglietto della spesa e verifica se i prodotti/servizi che acquisti normalmente da iper e super mercati, commercianti e aziende non etiche, sono disponibili presso queste realtà. Scegli partendo da quelle più vicine alla tua abitazione, per poi man mano allontanarti, se non ne trovi vicine a te. Puoi andare a ritirare i prodotti/servizi direttamente da loro (previa telefonata), se ti è comodo, oppure riceverli per posta o corriere direttamente a casa tua. Questa è una rete dove anche chi fornisce servizi/beni è a sua volta cliente di altre realtà facenti parte della stessa rete, al fine di sostenere l’economia della rete stessa. A tutti i consumatori chiediamo di spostare consapevolmente i loro consumi verso queste realtà che oltre a garantire prodotti biologici e servizi ad alto contenuto umano, sostengono progetti o realtà dove si realizza un mondo migliore da subito. Mettiti in contatto diretto e inizia il nuovo corso dei tuoi acquisti e dei tuoi consumi. Anche questa è Alimentazione Naturista.
Articolo redatto da “Benessere Naturista.it”
{jcomments on}