Invito alla lettura | Nudismo, nudità e naturismo nella Storia | 2
Seconda parte – Dall’oriente a Napoleone
L’estremo oriente
A differenza dell’India, della Grecia e di Roma, l’Asia orientale aveva visioni completamente diverse sulla nudità e sulla pratica della nudità sociale. Fino a tempi molto recenti, i giapponesi partecipato abitualmente ai bagni comuni in nudità e alcune aree rurali più piccole questa tradizione viene praticata ancor’oggi.
Se l’antica arte giapponese non raffigurava direttamente la nudità, ciò non è motivato dalla considerazione della nudità come qualcosa paragonabile alla concezione occidentale di peccato.
Il bagno in comune da parte dei giapponesi, iniziò come rito di purificazione shintoista, per poi divenire tradizione e norma igienica e culturale. Inoltre, il Giappone possiede numerose sorgenti termali che hanno naturalmente condotto alla fruizione di queste fonti di piacere e rilassamento in famiglia e in comunità. Tali pratiche sono sempre state ben viste dalle varie religioni locali per oltre duemila anni.
I popoli che abitavano il terrotorio della Cina avevano invece opinioni completamente diverse sulla nudità. La classe superiore regnante percepiva nella nudità essere qualcosa che solo i contadini avrebbero dovuto e potuto praticare. La loro arte non rifletteva la nudità perché loro credeva che fosse altamente immorale. La visione cinese sulla nudità come peccato si estendeva fino a considerare i dipinti dei santi cristiani come immorali perché sono stati raffigurati in libertà o in abiti fluenti.
La tipica donna cinese della classe superiore non poteva nemmeno spogliarsi davanti al suo dottore. Questa, in tali occasioni, era solita portare con se una minuscola statua di alabastro o di avorio e la utilizzava per indicare l’area del corpo che le stava causando un problema.
La nudità nel Medioevo
Dopo la cancellazione delle tradizioni olimpiche e la caduta dell’Impero romano, la riforma cristiana si diffuse in tutta Europa e la nudità divenne un vero e proprio peccato. Era questo il periodo noto come “Medioevo”, che tuttavia non era definito da un’unica visione della nudità, ma piuttosto in maniera diverso nei vari Paesi e con il passare del tempo. Con il termine Medioevo normalmente si abbraccia un periodo di tempo molto lungo, abitualmente e convenzionalmente stabilito dal 476 d.c. (caduta dell’Impero romano d’Occidente) alla scoperta dell’America del 1492.
All’inizio del Medioevo, la società era dominata dalle gerarchie ecclesiastiche cristiane, caratterizzate da idee restrittive nei confronti del corpo nudo, delle donne e della sessualità. A lungo gli artisti provarono a spiegare che la nudità non aveva nulla a che fare con l’erotismo o la sessualità, ma con poco successo; anzi gli strascichi di quelle opinioni sono rimasti attaccati alle menti ancora oggi.
Attorno all’anno 1000, gli atteggiamenti nei confronti della nudità divennero gradualmente più aperti. Si avvicinava il periodo del Rinascimento, dei trovatori, della cavalleria e di una maggiore considerazione delle donne nelle opere d’arte. Proprio dall’arte iniziò la rivalsa del corpo. Statue che rappresentavano figure nude non si limitavano ai temi religiosi, ma iniziarono a celebrare la forma umana al naturale. Sembra esserci stata una certa correlazione diretta tra il movimento artistico che divenne via via più fiorente e la libertà di espressione del proprio corpo vissuta da coloro che vivono in questa epoca.
La nudità sociale e/o pubblica concessa non era certamente paragonabile a quella sperimentata in epoca greco-romana, tuttavia, il corpo umano non era più qualcosa di cui vergognarsi. Questi atteggiamenti e sentimenti hanno prevalso fino al XVI secolo e all’ascesa di Calvino e Lutero.
Gli anni della riforma
Giovanni Calvino (1509-1564) era un francese che fondò la Chiesa presbiteriana. Indignato da quella che considerava la ricchezza e la pomposità della Chiesa cattolica, nonché da una visione morale in declino ad opera dei capi della Chiesa, iniziò a protestare a gran voce.
Le sue azioni misero presto a rischio la sua vita e questo lo consiglio di riparare in Svizzera dove iniziò gli insegnamenti che presto lo avrebbero portato alla fondazione della chiesa presbiteriana. Calvino divenne noto anche come il fondatore dell’etica puritana.
Martin Lutero (1483-1546), era invece un monaco tedesco, padre della Riforma. Nel 1517, dopo aver deciso come Calvino, che la Chiesa cattolica stava abusando della sua autorità e perdendo terreno morale, ruppe i rapporti con il papato per fondare la chiesa luterana protestante.
Lutero usò la sua autorità per portare ai suoi seguaci una visione fondamentalista della religione.
Con l’ascesa del dominio protestante sono emerse interpretazioni della Bibbia che ha nno fortemente enfatizzato il concetto di peccato degli uomini e sottolineato il corpo umano come debole e lussurioso.
I puritani si rifiutavano persino di fare il bagno perché credevano che la nudità fosse un atto di depravazione. Ai fedeli puritani veniva consigliato di fare il bagno lavando solo ciò che si poteva vedere, pertanto solo le mani, il viso, il collo e le braccia.
In quegli anni, le arti come la poesia, la drammaturgia e la prosa furono considerate uno spreco di tempo e un peccato. Ancora una volta, veniva ribadita una correlazione tra l’abbigliamento dell’epoca e le arti.
L’abbigliamento del tempo poteva riflettere sentimenti di peccato e lussuria. Pertanto gli indumenti erano generalmente realizzati con tessuti e tinture di colori scuri, molto rigidi e non aderenti. Le donne erano coperte da indumenti compressi al seno e stretti in vita. Uomini e donne nobili indossavano gorgiere e colletti così alti e rigidi che a stento riuscivano a girare la testa.
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La nudità sociale nell’America del 1600
L’influenza della Riforma e della Controriforma finirono inevitabilmente per essere esportate nel “Nuovo Mondo”, successivamente alla sua colonizzazione. I concetti di peccato e la lussuria in relazione al corpo umano misero le radici anche nei primi insediamenti dell’America.
Nel 1620, i pellegrini viaggiarono sul Mayflower verso il nord del continente. Questi pellegrini erano anche puritani e portavano con sé l’abitudine di vestirsi dalla testa ai piedi, compreso il rifiuto di fare il bagno. Queste idee divennero ancora più estremiste nella nuova terra di quanto lo fossero nella maggior parte dell’Europa.
La vergogna per il corpo e i sensi di colpa nell’essere nudi pervasero tutta l’America. In
Europa, tali sentimenti verso la nudità e il peccato erano principalmente limitati alla classe media. Gli aristocratici e le classi inferiori erano entrambe inclini a prendersi ampie libertà nei confronti delle dure teorie religiose.
Nel momento in cui l’America entrò decisa nell’era del puritanesimo e della caccia alle streghe, in Europa ebbe inizio l’epoca napoleonica.
L’età Napoleonica e il rinascimento
Con l’ascesa di Napoleone e della sua imperatrice-consorte Giuseppina, i popoli europei cominciarono a scrollarsi di dosso l’idea della nudità come un peccato e fonte di lussuria.
Le signore iniziarono a mostrare spalle, braccia e petto negli abiti da sera e ai ricevimenti.
Lo stile dell’abbigliamento muta abbandonando gli abiti stringati e chiusi e spostandosi verso uno stile neoclassico più diafano e libero. Le donne ricominciarono a indossare abiti ampi e fluenti.
La nudità riapparve nel mondo dell’arte, anche grazie ad artisti come Goya, chiamato da Napoleone per realizzare statue e dipinti. Una maggiore accettazione del corpo fu riabilitata come condotta ammessa.
Nel ‘500 si impone un modello iconografico antico: il nudo -soprattutto femminile-disteso, all’interno di un ambiente o immerso nella natura, che giungerà anche all’arte moderna. -Modigliani in Nudo sdraiato a braccia aperte del 1917, ad esempio-, anche se perderà la connotazione mitologica.
Nel Seicento la rappresentazione del nudo rimane ancora legata alle divinità e alle scene mitologiche.
Un esempio ne è l’opera di guido Reni “Bacco e Arianna”, in cui quest’ultima, ancora malinconica per essere stata abbandonata, tende tuttavia la mano a Bacco che, secondo alcune versioni, la sposò.
Lo stile muta, rimane forte l’influenza delle opere sacre, accompagnate spesso però anche dalle influenze del periodo classico pre-cristiano.
Infine, nella seconda metà del ‘700, il secolo dei Lumi e in Francia, il nudo inizia a svincolarsi dal mito e comincia a essere fino a se stesso, alla bellezza o alla visione dell’uomo da parte dell’artista.
Tutto questo durò in Europa fino alla nascita della regina Vittoria e all’avvio dell’era Vittoriana.
Dal 1837 al 1901, la regina Vittoria e il principe Alberto regnarono sull’Inghilterra e tutto mutò di nuovo!
Paolina Bonaparte – Antonio Canova (1808)
…continua…
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